Siamo una comunità piccola e di recente fondazione. Siamo ben inserite nella nostra Diocesi e nella nostra parrocchia, anche se la nostra presenza è viva ma nascosta, un po’ come la sorgente sulla quale il nostro monastero è costruito. Siamo disponibili all’accoglienza e all’ascolto di quanti ci contattano in vari modi, dalle 9 alle 11 e dalle 15 alle 17. Nella piccola foresteria del monastero ospitiamo giovani in ricerca vocazionale o sacerdoti per ritiri personali. Come attività lavorativa prepariamo oggetti artigianali in tela di juta e in terracotta, soprattutto presepi.
Il nostro Monastero nasce dal desiderio del canonico A. Commod di avere in Valle d’Aosta un luogo di preghiera e offerta dedicato a Maria. In vita non poté vedere realizzato questo sogno, ma non si arrese, lasciando nel suo testamento una piccola somma a questo scopo e soprattutto accendendo in altri cuori lo stesso desiderio. Dopo la sua morte alcuni sacerdoti raccolsero il suo testimone e cominciarono a cercare un Ordine religioso che potesse farsi carico di una nuova fondazione. La comunità di Valmadonna (Alessandria) allora fiorente, rispose all’appello dichiarandosi pronta a inviare le 8 monache fondatrici.
Cominciarono quindi i lavori e il 30 luglio 1987, durante una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Ovidio Lari, Vescovo di Aosta, venne posta la prima pietra del monastero, benedetta da San Giovanni Paolo II il 7 settembre 1986.
Citiamo qui un“piccolo miracolo”, avvenuto durante i lavori. Grave problema era la mancanza di acqua, motivo per cui il comune di Quart non voleva concedere l’abitabilità. I sacerdoti responsabili della costruzione, animati da grande fede, dissero “All’acqua ci pensiamo noi!” , certi dell’aiuto della Madonna, e ingaggiarono diversi rabdomanti, ma nessuno riusciva a trovare la minima falda acquifera in tutto il terreno. Ciò nonostante i lavori non si fermavano e si era giunti alla fine dello scavo per le fondamenta. Proprio sul fondo troneggiava un enorme masso, che non era necessario spostare. L’impresario, dopo un po’ di indecisione, si decise per la rimozione: immediatamente, da sotto il masso, zampillò una sorgente così abbondante che ancora oggi è la comunità monastica a donare l’acqua al Comune… La fonte si trova ora proprio sotto l’altare ed è un bel simbolo di quella grazia, feconda e nascosta, che le monache ricevono e poi, con la preghiera, vogliono riversare sulle anime.
Il 16 luglio 1989, solennità della Regina del Carmelo, il Papa Giovanni Paolo II, in Valle d’Aosta per le vacanze estive, benedì il monastero ormai ultimato. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta il 1° ottobre successivo, con una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Ovidio Lari. Il 2 ottobre si è posta la clausura e le otto monache che erano giunte dal monastero di Valmadonna (Alessandria), hanno dato inizio alla loro vita claustrale di Carmelitane Scalze. San Giovanni Paolo II è, poi, tornato a salutare la nostra Comunità due volte. Il 14 luglio 2006 abbiamo avuto la grande gioia di ricevere tra noi anche il suo successore, Benedetto XVI.
È il ceto aristocratico del laicato piacentino a desiderare una presenza monastica teresiana femminile a Piacenza da affiancare a quella dei frati Carmelitani Scalzi, già presenti in città dal 1627. Su richiesta della Duchessa Margherita De’ Medici, Papa Clemente X con il Breve del 10 dicembre 1670 autorizza la fondazione del Monastero delle Carmelitane Scalze, avvenuta il 19 marzo 1673. È in questa data che Madre Anna dell’Ascensione, Madre Vittoria di S. Teresa e Madre Francesca del SS. Sacramento, provenienti dal Carmelo di Modena, danno vita ad un piccolo monastero nella parrocchia di S. Stefano. Il percorso che ha portato anche a Piacenza l’avventura del Carmelo Scalzo è partito dalla terza fondazione teresiana di Malagón in Spagna (1568), passando attraverso le città di Genova (1590), Cremona (1613), Bologna (1619), Parma (1635) e Modena (1652).
A partire dal 1690 la comunità si stabilisce poco distante, sullo Stradone Farnese, nel monastero costruito dall’Ing. Paolo Cerri. Sono 130 le monache che vivono nel Carmelo “sullo Stradone” nei suoi circa 270 anni di vita. Ciò che oggi resta di quel monastero è la chiesa, dedicata ai S.S. Giuseppe e Teresa, terminata nel 1701.
Le soppressioni napoleoniche dei monasteri femminili (1810-1835) e quelle del governo italiano (dal 1866) toccano anche le monache del Carmelo di Piacenza, che superano prove di ogni genere anche grazie al coraggio e all’intelligenza di alcune Madri.
Altre prove che colpiscono le sorelle sono quelle della I Guerra Mondiale, durante la quale il monastero viene requisito, e quella della II Guerra Mondiale, quando un aereo tedesco cade nei pressi del Carmelo danneggiandolo e distruggendo parte dell’archivio storico. È questo danneggiamento, insieme ai troppi interventi di ristrutturazione che si rendono necessari per poter continuare ad abitare la struttura, a portare la comunità nel 1960 a decidere di costruire un nuovo monastero nel quartiere periferico di San Lazzaro, nei pressi del Collegio Alberoni. Il nuovo Carmelo viene progettato dall’Ing. Cesare Schiaffonati con i suggerimenti dell’allora Priora Madre Metilde della Croce. Il 24 agosto 1962 viene posata la prima pietra e il 22 aprile 1964 la comunità si trasferisce nella nuova sede di Via Spinazzi, inaugurata il 22 maggio 1964. A completamento della nuova fondazione viene costruita la chiesa, consacrata il 16 novembre 1969. Qui ancora oggi abitiamo e viviamo la nostra vocazione nella Chiesa secondo il carisma della Santa Madre Teresa.
La nostra chiesa è aperta al pubblico per le Lodi, la S. Messa e i Vespri. Chi desiderasse unirsi a noi “a distanza” ricevendo le registrazioni di Lodi e Vespri via Whatsapp può telefonarci o inviarci una mail per essere inserito nel gruppo #lapreghieradelcarmelo. L’orario di ricevimento in parlatorio (salvo Avvento e Quaresima) è dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 17.00. Accogliamo singoli o gruppi per colloqui spirituali, e presso il monastero è disponibile una piccola foresteria per ritiri spirituali autogestiti.
Benvenuta/o! Ci presentiamo : siamo una comunità di monache carmelitane che vive a Milano, in una zona che un tempo, quando il monastero è stato fondato, era quella degli orti e che ora invece è vicina a “City life”, centro economico e culturale della moderna città milanese.
Questa posizione che ci è stata donata per caso ( qualcuno diceva che il caso è Dio che viaggia in incognito ) dà una connotazione particolare alla nostra vocazione : è come vivere nel deserto, luogo di povertà e silenzio, porta all’ascolto di Dio, degli altri e della propria interiorità, e rimanere accanto agli uomini che lavorano, studiano, abitano intorno a noi. E’ essere segno discreto della vicinanza e dell’amore di Dio, che accoglie ogni suo figlio, come un ricordo vivente che Lui c’è ed è con noi. Ci sentiamo anche un po’ come le bibliche sentinelle che vegliano giorno e notte sulla città amata e presentano a Dio ogni sua necessità. Concretamente la nostra vita si svolge a ritmo di preghiera dalle 5,30 alle 22,30 alternando la Liturgia delle Ore ai tempi di lavoro, l’orazione (2 ore) silenziosa davanti al tabernacolo a momenti di vita fraterna, la letizia delle ricreazioni allo studio e alla formazione. Oltre ai lavori legati alla chiesa, alla casa e all’assistenza di eventuali sorelle malate, siamo impegnate nell’orto (incredibile a dirsi considerando la zona in cui siamo) e nella produzione di piccoli lavoretti ( candele, saponette, erbe e frutta essiccate, piccoli presepi, braccialetti – decina “ Ave Maria” ecc.). Il lavoro manuale, in casa e in orto, è compiuto in spirito di povertà e di solidarietà con i fratelli. La clausura non ci impedisce di venire a conoscenza dei grossi problemi del mondo e della Chiesa universale e locale, problemi che portiamo davanti a Dio nella preghiera e nell’offerta di tutta la giornata. La cura delle madri fondatrici ci ha donato una chiesa, tempio di S. Teresa di Gesù Bambino, pregevole anche dal punto di vista artistico, nella quale possiamo condividere l’Eucarestia e altri momenti di preghiera con le persone che vivono o lavorano qui intorno. Ci sono anche fratelli e sorelle provati dalla vita che vengono a deporre il fardello delle loro pene, a volte drammatiche, a chiedere una parola di conforto o, più spesso, una preghiera. Così la vita, il dolore, la speranza del mondo entrano nella nostra casa. È allora che il nostro silenzio diventa il filtro attraverso cui ogni suono, ogni parola, ogni grido di uomo viene accolto e immerso nell’infinità di Dio: diventa preghiera. E tutto questo appartiene alla vita di Milano, alla sua gente.
Siamo come una famiglia, un piccolo gruppo di diciassette sorelle che si vogliono bene, che insieme condividono fatiche e gioie, si aiutano, si stimano, si incoraggiano. Siamo diverse per carattere, provenienza, età, ma animate da un unico, grande desiderio: amare Gesù e farlo amare. Viviamo in profonda comunione con Lui e tra di noi. Con il Signore Gesù la nostra vita si fa preghiera e offerta per le necessità della Chiesa, soprattutto per i sacerdoti, e per tutti i bisogni dell’umanità, tanto ferita e priva di speranza. Nel nascondimento della clausura, staccate da tutto per attaccarci a Dio solo, con le nostre giornate semplici e gioiose desideriamo irradiare nel cuore di ogni uomo la vita di Dio.
La fondazione del Carmelo S. Giuseppe Il Vescovo del Ticino, il Servo di Dio Aurelio Bacciarini, desiderò vivamente portare la vita carmelitana in Diocesi, che però non riuscì a realizzare. Il suo successore, S. E. Mons. Angelo Jelmini ne raccolse il desiderio per gli stessi motivi apostolici, soprattutto per il sostegno orante ed oblativo dei suoi sacerdoti, come egli diceva. Tale desiderio doveva divenire vera e forte ispirazione nel suo animo quando, occasionalmente durante una sua breve permanenza a Roma, conobbe di persona le Carmelitane scalze in un monastero della città. Il Vescovo volle egli stesso accompagnare le due Carmelitane che furono da sole il piccolo seme deposto nel cuore della Chiesa Ticinese e il 17 settembre 1947, dando sede al Monastero nel palazzo Morettini nel centro della città di Locarno, diede inizio all’opera da lui tanto desiderata. Sempre avanti, camminando nei solchi della vita quotidiana, lasciandoci sorprendere dalle iniziative di Dio, arriviamo al 7 marzo 1977: giorno del trasferimento della Comunità nel nuovo “regolare” monastero ai Monti della Trinità, grazie alla fede coraggiosa di Mons. Vescovo Giuseppe Martinoli, il quale, il 19 marzo 1977, dedicò la chiesa e benedisse il Monastero. Ed ora, nel nuovo monastero, siamo chiamate a scoprire i segni della Sua presenza e del Suo amore nella vita quotidiana, per riconoscere le domande che Dio e l’umanità ci pongono. E diventare così testimoni felici della bontà e misericordia di Dio per il bene di tutta la Chiesa ticinese e di tutto il mondo.
ORARI VISITE E SS. MESSE:
df
Orari di Preghiera:
Ore
Feriali/Feriali
06:00
Lodi e Orazione
07:30
Santa Messa e Ora Terza
08:30
Colazione
09:00
Lavoro
10:45
Ora Sesta, esame di coscienza, pranzo e ricreazione
Il Monastero delle Carmelitane Scalze di Legnano, nato il 7 maggio 1949, è attualmente composto da 17 sorelle: una piccola comunità fraterna fondata sull’orazione e con una passione per il regno legata al processo storico dell’esistenza. Ispirandosi all’antica tradizione dei primi eremiti del Monte Carmelo, la carmelitana sente Maria Madre e Sorella e Maestra di vita nell’ascolto della Parola che il Padre incessantemente ripete nel profondo del suo cuore. Centro della sua giornata è l’Eucarestia, mentre il ritmo monastico viene segnato dalla celebrazione in comune della Liturgia delle Ore. La clausura, il silenzio, la solitudine, sono segno e cammino per una immersione profonda nel cuore della Chiesa, della storia, dell’umanità e attingono veracità da un’intensa vita di comunione fraterna nella tensione, quotidianamente rinnovata, a diventare dono reciproco di riconciliazione e di unità. Una espressione dell’appartenenza alla Chiesa locale è la celebrazione liturgica secondo il Rito Ambrosiano che ci permette di condividere la preghiera con i nostri fratelli assumendone la forma e la gestualità. Nella fedeltà al nostro carisma contemplativo cerchiamo anche di accogliere quanti, in situazioni di ricerca, vengono per un colloquio e per qualche giornata di riflessione orante.
ORARI VISITE E SS. MESSE:
all’orario del parlatorio:
dalle 9,00 alle 11.30 dalle 15.30 alle 17,00 (quaresima e avvento esclusi)
Siamo una piccola famiglia di sorelle che tentano di costruire giorno dopo giorno l’amore vicendevole, il servizio reciproco, la vita fraterna, solidali con la storia dell’uomo, con le vicende liete e tristi dell’umanità, con il cammino della Chiesa. Al mondo che ci guarda, che ci accosta, desideriamo testimoniare uno stile di vita che dica la presenza del Signore dentro la storia, il suo avvicinarsi a ciascuno di noi perché impariamo ad amare come lui. Per fare questo non servono grandi cose, basta affidarsi alla Parola come Maria, nostra Madre e Sorella nella fede, credendo che l’amore e la verità sono più forti del male.
Dal 1996 facciamo parte della Federazione “Regina Pacis”, che comprende vari monasteri di Carmelitane Scalze, per compiere insieme un lavoro di aggiornamento, formazione e aiuto reciproco per vivere oggi con fedeltà creativa il carisma carmelitano-teresiano.
LA NOSTRA VITA… La nostra vita è semplice ed equilibrata nel suo ritmo, che alterna silenzio e parola, lavoro e preghiera, solitudine e fraternità, formazione personale (lettura e studio) e comunitaria (incontri periodici di condivisione sulla Parola di Dio e sulla nostra spiritualità). Centro della nostra vita è l’orazione, intesa, secondo l’intuizione di santa Teresa, come «un intimo rapporto di amicizia, un frequente intrattenersi da solo a solo con Colui dal quale sappiamo di essere amati» (Vita 8,5). Per questo suo modo di vivere la preghiera come amicizia, la Chiesa ha indicato Teresa come maestra di preghiera per tutti, proclamandola nel 1970 dottore della Chiesa. Nei suoi scritti, mentre insegna, prega lei stessa, coinvolgendoci in quell’incontro vivo con Gesù che trasforma la vita: «Vi chiedo solo che lo guardiate. Egli non aspetta che un nostro sguardo». Mentre ci invita a contemplarlo nella Passione, scrive: «Vedendolo in quello stato vi verrà di parlargli, non con preghiere studiate, ma con parole sgorganti dal cuore, che sono quelle che egli ama di più: “O Signore del mondo e vero sposo dell’anima mia, come mai ti sei ridotto in questo stato? Se è vero, mio Dio, che sopporti tutto per me, cos’è il poco che io sopporto per te? … Camminiamo insieme, Signore: verrò dovunque tu andrai, e per qualunque luogo passerai, passerò anch’io”» (Cammino di perfezione 26,3.6). L’orazione è un incontro tra due libertà: quella di Dio e la nostra. Ma, essendo la nostra ancora da conquistare, questo incontro implica un cammino di conversione dall’io al tu di Dio. La preghiera non è un momento, ma tutta la vita, in compagnia di Dio che ci ama, e diventa vera quando è desiderio che lui sia contento, cammino per conoscerlo come lui è e conformarsi a ciò che lui vuole. Per “rifare l’io dalle radici” e imparare a preferire l’A/altro a sé, Santa Teresa ha intrecciato strettamente l’incontro con Dio all’incontro con le sorelle e ha voluto come altro elemento chiave del suo Carmelo la “ricreazione”: spazio di fraternità in cui crescere e rendere sempre più veri l’amore, il distacco (la presa di distanza dalla nostra fame egocentrica) e l’umiltà (conoscenza di sé nella verità), che ella considera premesse indispensabili all’orazione.
Siamo una comunità di 15 sorelle di età compresa tra i 25 e 98 anni, di cui una aspirante, una novizia, una professa di voti temporanei e 12 professe solenni.
Il lavoro è una componente essenziale di ogni attività monastica che voglia essere povera, cioè guadagnarsi da vivere con la propria fatica; in quella carmelitana assume uno stile particolare volendo conservare, quanto più possibile, l’impronta eremitica. Di qui la necessità di accettare e cercare lavori che custodiscano il silenzio e la solitudine, vissuti preferibilmente nella propria cella o nel luogo di lavoro assegnato a ciascuna.
Il nostro monastero può offrire spazi e tempi di solitudine, di condivisione dell’Eucarestia, della Liturgia delle Ore, offrendo anche possibilità di incontri con gruppi per approfondire la spiritualità carmelitana e la condivisione della Parola di Dio.
Nel corso dei secoli le pagine del libro delle Fondazioni di Teresa si sono arricchite a dismisura: innumerevoli Carmeli trapuntano le terre dei continenti. Rosa Ambrogina Bonfanti di Belforte [nota: queste parole sono link per andare alla storia di Rosa Ambrogina che si trova sul sito di Concenedo] scrisse la sua pagina proprio nella diocesi di S. Ambrogio. Il punto di partenza risale molto lontano nel tempo della sua esistenza terrena e, come spesso capita nella storia, poggia proprio su di un fallimento. Le macerie di una persona hanno costituito il materiale, una «pietra viva» e dolente, con cui il Signore ha edificato il monastero dove molte altre «pietre vive», con gioia stanno godendo il dono dell’avventura eremitica. Rovine che allo sguardo esterno dicevano fallimento e scorno e che, invece, significavano per Dio già il preludio di una riuscita. Rosa Ambrogina seppe accettare tutto e, con «determinata determinazione», perseguire una sua intuizione che avrebbe stroncato anche fibre forti e vigorose. Il 1 maggio 1991 il cardinale Carlo Maria Martini, che aveva sempre seguito molto da vicino tutti i desideri e tutte le vicende della neo nata casa, attraverso la sua amicizia con la signorina Rosa Ambrogina, dopo la venuta a Concenedo di Barzio di un gruppo di carmelitane provenienti dal Carmelo di Legnano, riconobbe il «Sito S. Maria al Monte», come un monastero di clausura appartenente all’Ordine delle Carmelitane Scalze. […] e, senza che nessuna di noi l’avesse predeterminato, la prima novizia del monastero di «S. Maria del Monte Carmelo» varcò la fatidica soglia proprio nel giorno del compleanno di Rosa Ambrogina: il 19 settembre 1999.