Santa Elisabetta della Trinità

8 novembre

In Lui siamo stati fatti anche eredi,

essendo stati predestinati secondo il piano

di Colui che tutto opera efficacemente

conforme alla sua volontà,

perché noi fossimo a lode della sua gloria,

noi, che per primi, abbiamo sperato in Cristo.

1 Ef 11,12

La francese Maria Elisabetta Catez nasce vicino a Bourges il 18 luglio 1880; dopo aver iniziato una brillante carriera di pianista, non appena raggiunge la maggiore età entra (1901) nel Carmelo di Digione, realizzando così un desiderio che portava nel cuore fin dall’adolescenza.

Pur essendo affettuosa, sensibile, attraente ed amabile nel tratto esteriore (da ragazza era sempre ricercatissima dalle amiche), Elisabetta è un’innamorata del silenzio. A imitazione della Madonna, ama vivere tutta raccolta nel segreto della sua anima, dove sa di incontrare  la Trinità che abita in lei. In questo incontro silenzioso ella trova così il cielo sulla terra.  Le sua cristallina spiritualità, stupendamente semplice e insieme profonda, è riassunta nella celebre Elevazione alla Trinità, preghiera composta di getto nel 1904 e conosciuta ovunque. Dal 1905 concentra tutta la sua vita intorno all’espressione paolina Laudem gloriae, che assume come suo “nuovo nome”.

Il 9 novembre 1906, consumata da una malattia allora incurabile, muore esclamando: Vado alla luce, all’amore, alla vita.

Beatificata nel 1984 e canonizzata nel 2016, è una delle figure più rappresentative della spiritualità contemporanea

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